Appunti a cura del Prof. Riccardi

Il Classicismo, detto anche “periodo classico”, nella storia della musica  è compreso fra il Barocco e il Romanticismo, ovvero dalla seconda metà del Settecento fino  alla prima parte dell'Ottocento, ovvero gli anni immediatamente successivi al Congresso di Vienna.

 

Il centro del movimento classicista è, in particolare, Vienna (tanto che si parla di Classicismo viennese o Wiener Klassik), città dove operavano Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven, i tre più grandi protagonisti della stagione classicista.

 

La stagione del Classicismo musicale si colloca tra il 1760 e il 1830 circa e presenta caratteri analoghi a quelli del neoclassicismo nelle arti figurative, quali la ricerca della linearità e il gusto delle simmetrie.

 

Una particolare forma musicale del classicismo musicale è la  forma-sonata, particolare struttura basata sulla dialettica tra due temi e articolata in tre parti (da qui il nome bitematica tripartita): esposizione, sviluppo e ripresa.

 

In questo periodo si afferma l'opera lirica:

-        l'opera seria raffigurava principalmente la storia antica e la mitologia;

-        l'opera buffa rappresenta scene di vita quotidiana in cui si prendevano in giro i nobili e i loro privilegi; il personaggio, oltre a saper cantare, doveva anche saper recitare.

 

È durante il Classicismo che si afferma l'orchestra sinfonica modernamente intesa. Inoltre, il clavicembalo è progressivamente sostituito dal pianoforte, in cui il controllo delle dinamiche consente una maggiore resa espressiva.

 

Oltre ai tre grandi protagonisti di quest'epoca (Haydn, Mozart e Beethoven), anche questi furono strettamente legati alla musica e furono protagonisti dell'epoca classica.

 

Essi furono: Giovanni Paisiello, Carl Philipp Emanuel Bach, Christoph Willibald Gluck, Luigi Boccherini, Johann Baptist Vanhal, Michael Haydn, Carl Ditters von Dittersdorf, Joseph Martin Kraus, Giuseppe Sarti, Andrea Luca Luchesi, Carl Stamitz, Hyacinthe Jadin, Luigi Cherubini, Antonio Salieri

 

 

Il classicismo e la musica romantica (1800)

 

Agli inizi del XIX secolo giganteggiò la figura di Ludwig van Beethoven, che molto prese dall'eredità di Mozart e dei compositori classici coevi per arrivare a trasfigurare le forme musicali canoniche, soprattutto la sinfonia e la sonata, creando al contempo il concetto di musica assoluta, cioè svincolata dalle funzioni sociali cui era stata fino ad allora subordinata.

 Con Beethoven si assistette alla nascita della figura del compositore/artista, contrapposta a quella, in precedenza prevalente, del musicista/artigiano. Insieme a lui, artisti come Johannes Brahms, Anton Bruckner e Gustav Mahler ottennero ottimi risultati, specialmente in campo sinfonico, per questo si parla di "Stagione del grande sinfonismo tedesco".

 

In Beethoven si trovano le prime manifestazioni del romanticismo musicale, molti protagonisti del quale furono di area germanica e austriaca, come Schubert, Mendelssohn, Schumann. A Parigi operano invece Berlioz e il franco-polacco Chopin.

LA MUSICA CONTEMPORANEA  (1900)

 

 Musica contemporanea, Atonalità e Dodecafonia.

 

 

Arnold Schoenberg

Queste innovazioni in campo tonale vennero radicalmente contestate dalla musica del XX secolo, che esplorò le nuove forme dell'atonalità. Con questa tecnica, il singolo compositore definì autonomamente le regole per la realizzazione del brano, dando maggiore importanza all'effetto prodotto dai suoni piuttosto che alla loro appartenenza ad un assegnato sistema tonale: per apprezzare un brano di musica composto secondo questi canoni, però, il solo ascolto non è sufficiente, ma deve essere integrato da un attento studio dello spartito.

 

In particolare, nel secondo decennio Arnold Schönberg, assieme agli allievi, tra cui ricordiamo Alban Berg e Anton Webern, giunse a delineare un nuovo sistema, la dodecafonia, basato su serie di 12 note.

 

Altri musicisti - fra cui anche Igor Stravinsky, Bela Bartok e Maurice Ravel - scelsero di cercare nuova ispirazione nelle tradizioni folkloriche e nella musica extraeuropea, mantenendo un legame con il sistema tonale, ma innovandone profondamente l'organizzazione e sperimentando nuove scale, ritmi e timbri.

 

 

IL JAZZ

 

All'inizio del 1900, negli Stati Uniti d'America, iniziarono a diffondersi nella popolazione urbana diversi generi musicali derivati dalle tradizioni popolari degli africani portati come schiavi sul continente, e dalle loro contaminazioni con le tradizioni musicali bianche.

 

Nacquero e acquisirono notorietà in questo modo il ragtime, il blues urbano (derivato dal cosiddetto blues primitivo che veniva cantato nelle campagne), e da ultimo, il jazz, che combinava la musica bandistica e da parata, che veniva suonata soprattutto a New Orleans, con forti dosi d'improvvisazione e con particolari caratteristiche ritmiche e stilistiche.

 

L'invenzione del fonografo e della radio permise una diffusione senza precedenti di questi nuovi generi musicali, che erano spesso interpretati da musicisti autodidatti molto più legati ad una tradizione musicale orale che non alla letteratura musicale. Le origini non europee degli interpreti, e il citato ricorso all'improvvisazione, contribuirono a creare musiche di grande freschezza e vitalità. Al contrario di quello che era successo tante volte nella storia della musica, la tecnologia offriva ora ad una musica popolare fondata più sulla pratica che sulla scrittura di essere trasmessa e tramandata, piuttosto che dimenticata.

 

La musica jazz continuò a svilupparsi per tutto il XX secolo, diventando prima musica di larghissimo consumo durante gli anni venti/anni trenta (detti gli anni dello swing), intrecciandosi con altri generi per dare vita a forme di espressione musicale ancora diverse ed evolvendosi poi gradatamente in una "musica per musicisti" e per appassionati, espandendosi fuori dall'America e trovando seguaci prima in Europa (dove fu spesso apprezzata più che nel suo luogo di nascita) e poi in tutto il mondo, e diventando uno dei contributi musicali più importanti del Nuovo Continente. La musica Jazz si può considerare come un nuovo varco verso altri mondi musicali: un genere che, partendo da un substrato che comprendeva le forme popolari del blues, degli spiritual e della musica bandistica e incorporando via via altre forme di musica nera (ad esempio il ragtime degli anni 1920) arrivò ad utilizzare una base di standard usati come punto di partenza per modificarne di continuo ogni modulo armonico, melodico, e ritmico.

 

Tutta la musica jazz e derivata è stata definita come colta, appunto per il presupposto che è risultante della conoscenza della musica classica, e delle varie etnie musicali.

Lo stesso non può dirsi per il blues iniziale.

Il passaggio di qualità può forse attribuirsi a George Gershwin, musicista di grande valore, figlio di emigranti russi, morto giovanissimo ma che ebbe dei maestri importanti e fu ispirato da autori come Debussy e Ravel.

La sua produzione è incredibilmente vasta, ma restano più valide le opere definite minori (circa 700), utilizzate ancora adesso come standard inesauribili. Ricordiamo che lo stesso Debussy venne influenzato dal jazz, come si può ben udire in "Golliwogg's Cakewalk", brano posto alla fine del "Children's Corner", una delle sue più celebri suite per pianoforte.

 

 

La popular music del XX secolo (sempre 1900)

 

(Musica pop e Rock and roll).

 

All'inizio del XX secolo la musica occidentale cambiò profondamente, e fu scossa fin dalle fondamenta. Cambiarono anche, grazie alle invenzioni relativamente recenti della radio e del fonografo, i modi e i tempi di ascolto della musica stessa, prima limitati a concerti in locali appositamente adibiti, come teatri, locali, club o case private.

 

A questo si deve aggiungere una seconda rivoluzione, anche questa tecnologica: l'invenzione dell'altoparlante e dell'amplificazione audio, che permise di far suonare assieme strumenti che non potrebbero farlo altrimenti (come per esempio una chitarra, una batteria di tamburi e un pianoforte), perché il suono di alcuni di essi prevaricherebbe completamente gli altri.

 

Queste nuove possibilità tecniche crearono l'occasione per nuovi veicoli espressivi che la musica colta tardò a cogliere e che la nuova musica popolare non ebbe alcun problema ad adottare, creando, tra il 1920 fino al 1980 e in misura minore negli anni successivi, una grande fioritura di nuovi stili e generi (quali jazz, blues, rock, soul, pop, funky, metal, fusion, ognuno dei quali si è suddiviso in ulteriori sottogeneri).

 

In ambito pop, nacquero personaggi che diventano autentici fenomeni mediatici raggiungendo una popolarità senza precedenti. Fra questi si possono citare Frank Sinatra, Elvis Presley, James Brown, Jimi Hendrix, Elton John, i Beatles, Bruce Springsteen per arrivare ai recenti Michael Jackson, Bon Jovi, Oasis, Madonna, Cher, Britney Spears, Adele.

 

Altro genere popolare sorto nel XX secolo è stato il rock, dizione abbreviata di "rock and roll" o "rock'n'roll" (da quando si affermò questa espressione abbreviata si svilupparono vari sottogeneri che enfatizzavano gli aspetti più aggressivi del rock'n'roll, la parola rock si iniziò a leggere come "roccia", e in espressioni come Hard Rock cioè "roccia dura").

 

Il rock'n'roll nacque negli anni ‘50 come musica da ballare, derivata dal boogie-woogie, ballo afro-americano del dopo guerra (che infatti sta proprio per "ondeggia e ruota").

Quando rock e rock'n'roll si differenziarono, la seconda espressione venne intesa come forma originaria di questo genere di musica. Storicamente un gruppo, o una band è formata da una voce, una o più chitarre, il basso e la batteria, in alcuni casi con l'inserimento di altri strumenti (ad esempio pianoforte o sassofono).

 

Negli anni sessanta, soprattutto in Inghilterra, si formarono gruppi come The Who, Pink Floyd, Led Zeppelin, Deep Purple, King Crimson e Soft Machine pronti a spaziare e a raggiungere nuove strutture musicalmente più complesse rispetto a quelle del rock primitivo, traendo spesso ispirazione dalla musica classica e dal jazz, per iniziare a dare vita a una rivoluzione.

In questa rivoluzione fu coinvolta anche la tecnologia, che con il sintetizzatore, il moog, il mellotron iniziò a dare vita nella metà degli anni sessanta al genere progressive.

 

Alla fine degli anni ‘70 nacque un nuovo stile musicale che azzerò completamente il progressive, ovvero il punk, che vide il ritorno a sonorità hard e violente spinte a volte verso estremismi anti-musicali e legate a tematiche di contestazione politica.

 

Negli anni ‘80 le due correnti principali del rock erano il punk e le sue propaggini (Post-punk, Hardcore punk, New wave (musica), No Wave, Industrial ecc.) e il Metal (un'evoluzione particolarmente pesante dell'hard rock, più elaborata del punk dal punto di vista musicale). I primi anni ‘90 videro l'esplosione del fenomeno Grunge che riportò per qualche tempo il rock all'attenzione delle masse popolari.

 

Il Gruppo più rappresentativo di questo genere (Grunge) sono I Nirvana con il loro secondo album, Nevermind, che porto il grunge nel mainstream rimanendoci fino alla fine degli anni ’90. Nella seconda metà degli anni novanta la ripresa di istanze progressive, filtrate dall'esperienza punk, diedero vita a quello che sarà poi definito Post-rock.

 

All'interno dell'universo post-rock può essere incluso il Math rock (una forma particolarmente fredda, complessa ed anti-melodica di rock) e certe forme di neo-psichedelia (si veda Roy Montgomery e la scena Neozelandese).

 

Altra corrente che si sviluppa nel corso del decennio è lo Stoner rock, mentre il metal si avvia ai suoi sviluppi più estremi e parossistici: Death metal, Black metal, Doom metal, Power metal,Trash metal, Speed Metal, ecc. Si allontanano nettamente dagli schemi della canzone hard rock/heavy metal, tendendo anch'essi a rivolgersi a nicchie di pubblico sempre più ristrette, mentre le tematiche diventano sempre più oscure e decadenti (si vedano le suggestioni esoteriche ed anti-moderne di un certo Black metal passato all'attenzione dei media nei primi anni novanta, anche per gli atteggiamenti estremamente provocatori e violenti di alcune band), oltre al grande sviluppo delle canzoni rap.

 

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